L’immaginazione e la volontà
Émile Coué (1857-1926) fu un farmacista e psicologo francese noto in tutto il mondo per i suoi studi sulla suggestione (e non solo).
Nelle sue ricerche, Coué individuò e comprese il significato delle due forze primarie che guidano ogni individuo: immaginazione e volontà.
Grazie al suo non-ordinario percorso di studi e alle sue esperienze professionali, Coué scoprì che dentro ogni individuo avviene una lotta tra immaginazione e volontà e che, in questa lotta, l’immaginazione ha sempre la meglio sulla volontà del soggetto.
Possiamo velocemente testare l’ipotesi di Couè tramite un esempio che è lui stesso è a offrirci:
«Supponiamo di porre sul suolo un’asse lunga dieci metri e larga venticinque centimetri: tutti saranno capaci di percorrerla da un capo all’altro senza mettere il piede fuori di essa.
Cambiamo le condizioni dell’esperimento e supponiamo che l’asse sia posta all’altezza delle torri d’una cattedrale: chi mai sarà capace di avanzare d’un solo metro per questo stretto cammino? Forse voi?
No, senza alcun dubbio.
Appena fatti due passi vi mettereste a tremare e, malgrado tutti gli sforzi della vostra volontà, cadreste.
Perché non cadete se l’asse è posta sul suolo e perché cadete se essa è sollevata? Semplicemente perché nel primo caso voi immaginate che sia semplice percorrerla tutta, mentre nel secondo immaginate di non poter farlo.
La Volontà è tutto
Per quanto la vostra volontà di avanzare sia forte, se immaginate di non poterlo fare, sarete nell’impossibilità assoluta di farlo.
Se alcuni individui sono capaci di compiere quest’azione è perché immaginano di poterla compiere.
La vertigine non ha altra causa se non l’immaginazione che noi creiamo di dover cadere: questa immagine si trasforma immediatamente in atto, malgrado tutti i nostri sforzi di volontà, anzi, lo fa tanto più rapidamente quanto più i nostri sforzi sono violenti.»
Questo è un esempio chiaro (ce ne sono centinaia) di come i nostri sforzi coscienti sono del tutto inutili se non viaggiano nella stessa direzione della nostra immaginazione (visto che quest’ultima ha sempre la meglio).
D’altronde sono molte le personalità che prima di avere successo lo hanno immaginato nella loro mente.
Pensate quanto può essere potente l’immaginazione, cioè quella componente umana che a differenza di ogni altra specie, ci rende praticamente esseri divini in grado di immaginare, e quindi di creare, ogni cosa.
Il problema è che ciò che immaginiamo tende a manifestarsi (e lo manifestiamo noi inconsciamente) nel bene e nel male.
Ecco quindi che possiamo dominare noi stessi assumendo il controllo queste due forze e usandole a nostro vantaggio nella nostra vita di tutti i giorni.
Alcune leggi che ci vendono in aiuto
Uno dei discepoli di Coué, il prof. Charles Baudouin, sulla base degli studi del suo maestro, formulò due leggi che possono aiutare a comprendere meglio i concetti di lotta tra immaginazione e volontà, e autosuggestione:
- La legge dello sforzo convertito
Questa legge dice che «Quando un’idea si è impadronita della nostra mente al punto da farne sprigionare una suggestione, tutti gli sforzi coscienti fatti per resistere a questa suggestione non servono che a rafforzarla»
- La legge della finalità subcosciente
Questa legge, invece, dice che: «In ogni suggestione, dopo che si è pensato al fine che si deve ottenere, il subcosciente si incarica di trovare da sé i mezzi per realizzarlo»
Nonostante questi concetti possano sembrare finzioni ai limiti della parapsicologia sono, invece, altamente scientifici.
Oggi più che mai l’uomo sta scoprendo i poteri sopiti della mente e l’azione che questi poteri hanno sulla realtà (fisica quantistica) e sul nostro corpo (i pensieri agiscono su ogni nostra cellula).
La nostra vita è guidata dalle nostre credenze. Proprio in relazione alla legge dello sforzo convertito, quando si radicano in noi, ci faranno accadere sempre, nel bene e nel male, ciò in cui crediamo.
Quindi, adesso che sappiamo che l’autosuggestione è un qualcosa di potente, vediamo di cosa si tratta.
Cos’è l’autosuggestione
In ognuno di noi albergano due parti assolutamente diverse ma complementari. Una parte è quella cosciente e l’altra è quella incosciente.
Razionalmente non siamo in grado di avvertire questa seconda parte, tuttavia, tramite un metodo indiretto, possiamo carpire la sua esistenza.
Come? La parte incosciente viene fuori quando:
- Guidi la tua macchina o la tua bicicletta e nel frattempo stai pensando alle cose da fare quando arriverai a casa o in ufficio.
- Se sei sonnambulo e ti alzi di notte senza svegliarti ma eseguendo compiti e azioni come se fossi sveglio e vedendoli eseguiti il giorno dopo
- Quando ti sforzi di ricordare razionalmente qualcosa e poi, mentre stai facendo altro e non ci stai pensando più, ti viene in mente proprio quella cosa che volevi ricordarti
Sono tanti gli esempi che possiamo fare per comprendere indirettamente che vi è una parte di noi molto ma molto potente che guida le nostre azioni e che memorizza continuamente, fotogramma per fotogramma, la nostra vita e quello che sperimentiamo.
Cos’è dunque la suggestione?
La si può definire «l’atto di imporre un’idea al cervello di una persona» mentre l’auto-suggestione la si può definire «l’atto di piantare un’idea in se stessi per mezzo di se stessi».
Da quanto precede possiamo affermare che l’autosuggestione è un valido aiuto che ci consente di migliorare drasticamente la nostra vita e i nostri risultati.
È il mezzo che ci permette di riprogrammarci consapevolmente al fine di raggiungere un determinato risultato.
Alcune ricerche ed esperimenti
La prima cosa da fare per utilizzare al meglio l’autosuggestione è credere di poter usare la nostra immaginazione a nostro vantaggio per plasmare il nostro essere incosciente e farci condurre verso i risultati che desideriamo.
Visto che è una materia sì affascinante ma che potrebbe provocare qualche perplessità (dato che spesso la scienza è lenta e cieca),facciamo un esempio del potere dell’immaginazione.
Citerò due ricerche che hanno dell’incredibile.
È stato dimostrato ormai da tempo, che la nostra mente non distingue tra il reale e l’immaginato ed è questo il motivo per cui quanto pensate al vostro piatto preferito o all’atto di mangiare un limone vi viene l’acquolina in bocca.
Per citare la prima ricerca, sono state effettuate delle prove sul potere della visualizzazione in occasione delle Olimpiadi degli anni 80 su alcuni atleti russi.
Questi furono divisi in 4 gruppi e successivamente addestrati facendo uso di rapporti tra pratica fisica e mentale prestabiliti come da tabella seguente:
I risultati dell’esperimento furono incredibili: il 1° gruppo arrivò per ultimo e il 4° gruppo, quello che più aveva dato spazio all’allenamento tramite la visualizzazione arrivò primo.
Uno dei motivi per cui la visualizzazione è una tecnica che funziona è presto detto: il cervello funziona a immagini.
Il suo linguaggio è tutto fatto di immagini. Se vogliamo comunicare con lui, cioè con la nostra parte incosciente, è per immagini che dobbiamo parlargli.
Questa tecnica di visualizzazione, unita alla parte immaginativa dove usiamo anche le emozioni e i nostri sensi virtuali, diventa un potente linguaggio di programmazione del nostro cervello.
Il secondo esperimento è stato pubblicato sul Personality and Social Psychology Bulletin (PSPB) ed evidenzia gli effetti delle simulazioni mentali basati sul processo invece che sul risultato.
In particolare, la ricerca ha dimostrato che simulare mentalmente il processo relativo al raggiungimento di un certo risultato è un valido aiuto al raggiungimento reale del risultato stesso.
Il terzo caso (questo molto recente) ha visto usare l’ipnosi in sala operatoria per effettuare un’operazione senza l’uso di anestesia che, specie in pazienti anziani, potrebbe essere pericolosa.
Emile Coué spiega così l’importanza dell’uso dell’autosuggestione:
«L’autosuggestione non è che l’ipnotismo, quale io l’intendo e definisco come segue: “Influenza dell’immaginazione sull’essere morale e sull’essere fisico dell’uomo”.
Ora, questa influenza è innegabile. Se persuadete voi stessi che potete fare una cosa qualsiasi, purché sia possibile, voi la farete per quanto difficile essa sia.
Se, al contrario, vi immaginate di non poter fare la cosa più semplice del mondo, vi sarà impossibile farla, e le colline diventeranno per voi montagne inaccessibili.»
Perché la suggestione funziona
Siamo letteralmente sommersi da messaggi che ci suggestionano ogni giorno e puoi vedere gli effetti di questa suggestione costantemente nelle tua vita.
Il marketing non fa altro che fare questo da sempre: suggestionarci al fine di modificare le nostre abitudini di consumo.
Secondo te perché tutte le grandi (e piccole) aziende spendono quasi tutto il loro budget in messaggi pubblicitari?
Perché ognuno di quei messaggi ci condiziona mentalmente (e inconsapevolmente) e ci guida verso ciò che loro vogliono venderci.
La suggestione funziona quindi? Sì (ampiamente dimostrato anche dal marketing)
L’autosuggestione funziona? Anche.
L’unico prerequisito affinché il metodo di autosuggestione di Coué funzioni, è che sia l’immaginazione che la volontà devono essere comunque allineate.
Infatti è essenziale che la volontà non entri nella pratica dell’autosuggestione.
Questo perché se pensi «voglio che la tal cosa avvenga» e la tua volontà (leggi parte razionale) dice che non può accadere non solo non accadrà ma il tutto peggiorerà.
Ciò che si deve fare quindi è rieducare l’immaginazione affinché lavori per noi e non contro di noi.
Come usare l’autosuggestione per cambiare la tua vita
Mentre la suggestione usa le parole che vengono proferite da un operatore, l’autosuggestione funziona sulla base di ciò che diciamo a noi stessi mentalmente.
Come procedere?
La prima cosa da fare è capire bene cosa vogliamo ottenere e cosa vogliamo cambiare.
Quando la tua mente assimila l’idea che puoi o non puoi fare qualcosa, farà di tutto per metterti nelle condizioni di ottenere ciò che credi. Ecco la magia della nostra mente.
Il metodo di Coué si basa su un assunto fondamentale: «Ogni pensiero che occupi esclusivamente la nostra mente diventa vero per noi ed ha la tendenza a trasformarsi in atto».
Nella pratica ecco cosa fare per iniziare ad usare l’autosuggestione:
- Una volta aver fatto chiarezza su ciò che vuoi e ciò che non vuoi, ripeti parecchie volte (almeno 20) cose come: «questo viene o questo se ne va; questo sarà o questo non sarà; la tal cosa sta per scomparire, la tal cosa sta per venire».
- Ogni giorno e, fino a quando la tua mente non avrà accettato l’idea che gli stai suggerendo, ripeti questo esercizio.
- Effettua questo esercizio la sera quando sei nel letto e la mattina prima di alzarti.
Semplice vero? Anche troppo!
Consigli finali
Il perché del fatto di eseguire gli esercizi la sera prima di andare a letto e la mattina prima di alzarsi, è perché questi sono i due momenti i più indicati della giornata.
Poiché ci troviamo in uno stato vicino al dormi veglia (siamo cioè rilassati e ci stiamo per addormentare o per svegliare) la nostra mente abbassa di molto le barriere che filtrano i messaggi che le suggeriamo, quindi funziona meglio in questi momenti piuttosto che in altri.
Il discorso del metodo è che se (e quando) riesci a persuadere la tua mente che la suggestione che coscientemente le hai suggerito è vera, vedrai magicamente (per modo di dire) che le cose che vuoi ottenere si produrranno. Questo perché tu avrai inserito il pilota automatico per produrle.
Nulla di fantascientifico, anzi, è proprio una metodologia che è stata applicata con successo in migliaia di casi e che si dovrebbe usare ogni giorno per migliorare la nostra vita.
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